R.I.P. Antonelli

E si oggi e scomparso un altro amante delle due ruote Andrea Antonelli 25 Umbro .................

senti cose cosi viene voglia di abbandona tutto...................  

R.I.P.

Ciao...

Un pensiero

Ciao Campione!!!  

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quando a pranzo guardando su internet con il telefono ho saputo la cosa mi sono rattristato non poco  l'avevo visto di persona in autodromo a Magione diversi anni fà quando aveva terminato il campionato europeo al 2° posto e sapere di avere un ragazzo che andava forte che era quasi vicino di casa (abito a Passignano sul Trasimeno e lui a Castiglione del Lago) mi inorgogliva ed ora invece tristezza assoluta come e anche più di quando se ne è andato Simoncelli

Volevo esprimere un pensiero a riguardo, non nello specifico sulla disgrazia di Antonelli ma su questo tipo di disgrazie.
Premetto che non tutti saranno o debbano essere d'accordo con me, ma a me sembra giusto esporre la mia soggettiva a riguardo;
fare il pilota professionista, di moto piuttosto che di auto o altro veicolo a motore, comporta il dover lottare contro due grandi nemici, uno è il tempo e l'altro è la velocità. Ora va da sè e non è difficile capire che si ha a che fare con due elementi che regolano le leggi della fisica, leggi uguali per tutti e non sovvertibili, quindi se decido di prendermi il rischio di correre devo anche essere consapevole del fatto che potrei pagare col massimo del prezzo questa mia scelta. Parlare di "mettere in sicurezza" o semplicemente di "sicurezza" durante una gara, è come dire ad un soldato che sta andando in guerra "attento a non farti uccidere". E' ovvio che il soldato non vuole farsi uccidere, ma è un rischio contemplato nel suo mestiere, è ovvio che la sua morte così come quella di un pilota dispiace, ma non se ne deve fare un argomento emozionalmete coinvolgente a livello nazionale e con strascichi ipocriti e commemorazioni che rasentano il ridicolo (vedi tutti gli altarini su Facebook), perchè allora dobbiamo commemorare anche tutti quei lavoratori che muoiono sul posto di lavoro, oppure tutte quelle persone che perdono la vita in incidenti stradali mentre si recano sul posto di lavoro per guadagnare lo stipendio atto al mantenimento della famiglia. Forse se analizziamo bene la cosa, la morte di un l'operaio sul posto di lavoro meriterebbe più risalto visto che il rischio che gli è costato la vita è una scelta obbligata e non una condizione per avere successo o per mera soddisfazione, ma a noi piace di più attaccare il n.58 sul portellone della nostra auto. Scusate lo sfogo, sicuramente non condivisibile, ma sono stufo di così tanta ipocrisia......................................... 

Vista così è difficile non darti ragione, anzi hai ragione!

Il fatto è che, a volte e non è il caso dell'incidente del Sic, certe tragedie potrebbero essere evitate se non ci fossero interessi che superano l'essere pilota.
In certe condizioni non si deve e non si doveva correre, punto. Chi deve prendere certe decisioni è un dirigente strapagato proprio per fare quello, e quello doveva fare. Come al solito non pagherà nessuno e ci è andato di mezzo, solo e per fortuna, solo lo sfortunato Antonelli.

L'ipocrisia lasciamola a coloro che non sanno cosa significa essere un pilota (moto, auto, aereo, deltaplano, motoscafo ecc...) e che non conoscono cosa significa sfidare l'imprevedibile sia che si sia pagati fior di milioni che solamente per pura e semplice passione, sia che si corra per il mondiale che per l'abituale uscita tra amici.

Noi siamo una razza a parte.  

... R.I.P.